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9. Regola Generale N. 2: Ci Deve Essere Ubbidienza Universalmente Sincera

Introduzione

Nel quinto capitolo Owen ha mostrato cio` che non si puo` definire mortificazione. Essa non e` nessuno dei seguenti punti: (1) eradicare totalmente il peccato; (2) smettere la pratica esterna di qualche peccato; (3) il miglioramento di una natura gia` quieta; (4) scambiare un peccato con un altro o (5) la conquista occasionale di qualche peccato a causa di pericolose circostanze o per qualunque altra ragione. Queste cose, dice Owen, non sono vera mortificazione. Egli ha comunque controbilanciato tutto questo nel sesto capitolo con una chiara descrizione di cio` che significa mortificare il peccato. Significa (1) costantemente indebolire il potere del peccato durante tutto il corso della propria vita; (2) lottare costantemente contro il peccato e (3) avere un continuo e abituale successo contro il peccato.

Con la descrizione sia positiva che negativa della mortificazione, Owen ha dunque fatto la preparazione per cio` che seguira` nel suo discorso, vale a dire principi generali e particolari per il processo di mettere a morte il peccato: ora che comprendiamo cosa sia la mortificazione, egli procede a mostrarci come praticarla. Egli comincia cosi` a darci, nel settimo e ottavo capitolo, alcuni principi generali per la mortificazione, sui quali costruira` nei dettagli attraverso i capitoli dal nono al quattordicesimo. Nel settimo capitolo abbiamo visto che la mortificazione e` strettamente per i Cristiani e che i non-Cristiani che si accollano tale dovere finiscono illusi circa la loro personale virtu` o, dopo molti fallimenti, finiscono con smettere di sperare. Essi devono prima di tutto essere convertiti a Cristo e rigenerati. Quindi possono cominciare il processo di mortificazione grazie allo Spirito che e` venuto a stabilirsi dentro di loro. Pertanto, il primo principio generale di Owen e`: Assicurati di avere interesse per Cristo; se intendi mortificare il peccato senza di questo, non avverra` mai. Qui, nell’ottavo capitolo, Owen porcedera` a darci il suo secondo e ultimo principio generale riguardante la mortificazione. Esso e`: Senza sincerita` e diligenza nell’universalita` dell’obbedienza, non si puo` ottenere la mortificazione di nessun desiderio che ci sconcerta.

Una Dettagliata Discussione dell’Argomento dell’Ottavo Capitolo

L’argomento dell’ottavo capitolo implica tre idee distinte, eppure correlate: (1) non ci sara` mortificazione senza un genuino desiderio di ubbidienza universale, cioe` ubbidienza in tutte le aree della propria vita; (2) ubbidienza parziale non portera` a vera mortificazione perche` deriva dall’egocentrismo e pertanto poggia su un fondamento corrotto e (3) Dio permette a volte a un desiderio di prendere il sopravvento su di noi come punizione per la nostra mancanza di ubbidienza in altre aree della nostra vita. Vediamo piu` da vicino questi tre principi.

    La Necessita` di una Sincera, Universale Ubbidienza

    Nel processo di mortificazione non basta semplicemente provare e sopprimere un desiderio perche` ci ha causato molto dispiacere e pena, permettendo nel frattempo ad altri noti peccati di fiorire. Ci deve essere ubbidienza in ogni area, un’ubbidienza universale, come la definisce Owen:

Un uomo trova che un desiderio lo porta nella condizione precedentemente descritta; e` potente, forte, tumultuoso, cattura, affligge, inquieta, toglie pace; egli non e` capace di sopportarlo; pertanto si dispone contro di esso, prega contro di esso, geme sotto di esso, sospira di essere liberato; forse pero` nel frattempo, in altri doveri,—nella costante comunione con Dio,—nella lettura, preghiera e meditazione,—in altri modi che non sono dello stesso tipo del desiderio da cui e` tribolato,—egli e`dissoluto e negligente. Che quell’uomo non pensi di arrivare mai alla mortificazione del desiderio che lo preoccupa.72

    Owen dice che questo principio puo`essere visto nella vita di Israele ed e` anche ovvio. Prima di tutto, con Israele, Isaia scortica la nazione a causa della sua duplicita` riguardo all’ubbidienza verso Dio. Egli dice (es. vv. 5-7):

58:1 “Grida a squarciagola! Non ti trattenere! Urla come una tromba. Confronta il mio popolo riguardo ai suoi atti di ribellione; dichiara alla casa di Giacobbe i suoi peccati 58:2 Essi mi cercano giorno dopo giorno; vogliono conoscere le mie vie, come una nazione che pratichi cio` che e` giusto e non abbia abbandonato la legge del suo Dio. Mi chiedono giusti giudizi; desiderano essere vicini a Dio. 58:3 Essi si lagnano, ‘Perche` non ci vedi quando digiuniamo? Perche` nemmeno noti quando ci mortifichiamo?’ Vedete, voi digiunate e allo stesso tempo soddisfate i vostri desideri egoistici, voi opprimete i vostri operai. 58:4 Vedete, voi digiunate fra litigi e alterchi e venite alle mani. Smettete di digiunare come fate oggi, solo per cercare di far udire la vostra voce in cielo. 58:5 E` forse questo il tipo di digiuno che Io voglio? Voglio Io dunque solamente un giorno in cui la gente si mortifica piegando la testa come un giunco e sdraiandosi sul sacco e sulla cenere? E` realmente questo cio` che voi chiamate digiuno, giorno gradito al SIGNORE? 58:6 No, questo piuttosto e` il tipo di digiungo che io richiedo: Io voglio che siano rimosse le empie catene, strappati via i legami del pesante giogo, mandati liberi gli oppressi e spezzato ogni tipo di giogo gravoso. 58:7 Io voglio che condividiate il vostro cibo con chi ha fame e offriate ricovero alla gente oppressa e senza tetto. Quando vedete qualcuno nudo, vestitelo! Non girate le spalle a chi e` carne della vostra carne! 58:8 Allora, la vostra luce splendera` come l’alba; la vostra guarigione avverra` in fretta; la vostra giustizia vi precedera` e lo splendore del SIGNORE sara` la vostra retroguardia. 58:9 Allora, invocherete il SIGNORE e Egli vi rispondera`; implorerete aiuto e Egli dira`, ‘Eccomi’. Dovete togliere di mezzo a voi il giogo dell’oppressione e smettere di puntare il dito accusatore e parlare iniquamente. (NET Bible)

    Isaia dice che e` da ipocriti digiunare e cercare Dio da una lato, e opprimere la gente dall’altro. Come dice l’apostolo Giovanni: “chi non ama suo fratello che ha visto, non puo` amare Dio che non ha visto (1 Giovanni 4:20). L’ubbidienza deve essere universale se dobbiamo vincere il peccato attraverso la mortificazione. Questo principio e` anche ovvio. Se si ha qualche indisposizione fisica dovuta a un abuso sul corpo causato da negligenza o da una dieta insufficiente o altro, e` inutile tentare di trattare la malattia senza avere controllo sul proprio stile di vita, almeno per quanto riguarda le attivita` che hanno portato a quella indisposizione.

    Il Fondamento Corrotto dell’Ubbidienza Parziale

    Intraprendere il processo di mortificazione di un qualunque peccato senza il dovuto riguardo per il proprio obbligo verso l’ ubbidienza universale, e` mettere il successo della mortificazione in una posizione molto precaria. La nostra intera prospettiva e` in verita` corrotta e deve essere cambiata. L’odio per il peccato come peccato e l’amore per Cristo, sono entrambi al centro della vera mortificazione. Il desiderio di liberarci di qualche peccato semplicemente perche` ci allarma e disturba, non fa nascere in noi l’appropriata, biblica attitudine, verso la mortificazione. Voler sconfiggere il peccato semplicemente perche` ci ha tolto la pace, e` la ricetta sicura per il fallimento. Cosa dire degli altri peccati nella vostra vita, quelli che voi conoscete ma non vi hanno tolto la pace? In verita`, potete sentirvi a vostro agio al riguardo. Ma non sara` utile passarci sopra con leggerezza, semplicemente perche` non sembrano disturbarvi poi cosi` tanto, o tormentarvi cosi` spesso, come fa invece quel preoccupante peccato. Non esistono peccati monori agli occhi di Dio e si deve trattare anche con essi attraverso la mortificazione. Tutti i peccati arrecano dolore allo Spirito Santo che ci santifica. Come dice Owen: “Pensi forse che Egli [lo Spirito di Dio] ti alleggerira` di cio` che ti rende perplesso, cosi` che tu possa sentirti libero di fare cio` che comunque Lo addolora?”73

    Paolo ha reso chiaro in 2 Corinti 7:1 che il Cristiano deve schierarsi contro ogni cosa (cioe` ogni peccato) nella propria vita che e` iniqua, non soltanto contro certi peccati che sembrano essere, al momento, particolarmente fastidiosi.

Pertanto cari amici, poiche` abbiamo queste promesse, purifichiamoci da ogni cosa che potrebbe contaminare il corpo e lo spirito, e compiamo quindi la nostra santificazione per reverenza verso Dio.

    Il Ruolo di Dio nel Trattare con l’Ubbidienza Parziale

    Dio non ha forse permesso e tollerato che un certo desiderio crescesse e diventasse forte dentro di essi, come punizione per peccati non confessati in altre aree, incluso il peccato di tiepidezza? “La furia e predominio di una particolare concupiscenza e` comunemente frutto e questione di in modo di agire, generalmente inaccurato e negligente, e questo su un doppio conto”74:

    Primo: c’e` un effetto naturale in un peccato non mortificato. Quando noi facciamo la guardia ai nostri cuori e li osserviamo attentamente, siamo capaci, se vogliamo, di sconfiggere il peccato ai suoi primi segnali. Ma se abbandoniamo la nostra posizione e il nostro cuore diventa incustodito, il peccato, attraverso i sentimenti, si fara` strada nei nostri pensieri e vi prendera` alloggio. Possiamo persino dare occasione a quel peccato di essere agito, dandogli cosi` un punto d’appoggio ancora piu` solido. Avendo cosi` mancato di custodire il nostro cuore—e noi dovremmo custodirlo bene, perche` da esso fluisce la sorgente della vita—il peccato prende il sopravvento. Alcuni spendono il resto della loro vita nel dolore, occupandosi di tale peccato—peccato che avrebbe potuto essere prevenuto mediante la vigilanza (Prov. 4:23).

    Secondo: come Owen ha gia` fatto notare, Dio puo` permetterci di essere sofraffatti dal peccato per punirci, cioe` per prevenire o curare qualche altro male in noi. Questa e` l’esperienza di Paolo in 2 Corinti 12:7

Pertanto, affinche` io non diventassi superbo, mi fu data una spina nella carne, un messaggero di Satana che mi tribolasse, cosi` che io non potessi insuperbirmi.75

    Owen suggerisce, che questo potrebbe essere stato anche il caso per l’apostolo Pietro. Forse Dio gli permise di rinnegare il suo Maestro tre volte per curarlo della sua vana sicurezza di se`.

    Il risultato finale e` che, senza il desiderio per un’universale ubbidienza, nessun tentativo di mortificazione avra` successo, perche` tale desiderio procede quasi certamente da un cuore corrotto e egocentrico. Owen conclude:

Mentre nel cuore abita una fraudolenza nell’indulgere verso una certa negligenza nel non insistere universalmente alla totale perfezione nell’obbedire, l’anima e` debole, poiche` non da` alla fede la sua totale opera, e egoista, poiche` tiene piu` in considerazione il fastidio del peccato che l’oscenita` e la colpa di esso, e vive in una costante provocazione verso Dio: pertanto essa non si puo` aspettare niente di favorevole da qualunque dovere spirituale intraprenda, ancor meno in quello che stiamo qui prendendo in considerazione che, per essere attuato, richiede un differente principio e condizione dello spirito. 76

Un Sommario dell’Ottavo Capitolo

Owen ha suggerito due principi generali da prendere in considerazione. Il primo era di diventare interessati verso Cristo. Questo puo` sembrare ovvio, ma molta gente pensa alla mortificazione come a una specie di stoicismo. Incoraggiare un personale interesse verso Cristo, aiuta comunque a comprendere che e` nel contesto di una relazione con Cristo che la mortificazione cresce. Il secondo principio e` che la vera mortificazione e` impossibile per la persona che non sviluppa sincerita` e diligenza in un’universale ubbidienza. Primo: il fondamento della mortificazione e` l’odio per il peccato come peccato, e l’amore verso Cristo. Pertanto, voler essere liberi dal peccato semplicemente perche` ci ostacola o ci priva della nostra pace, e` un fondamento corrotto. Tale persona tratta inevitabilmente con leggerezza quei peccati che non le procurano pena o la disorientano in qualche modo. Secondo: per contrasto, il tipo di mortificazione che e` sostenuta dallo Spirito e` quella che si fonda su un odio per tutti i peccati nella propria vita e su una corrispondente determinazione a schierare se stessi contro tutto cio` che ci contamina e rovina la nostra completa o universale ubbidienza verso Dio. Questo, e solo questo, e` in accordo con la morte di Cristo, cioe` il Vangelo della grazia di Dio. Nell’esaminare la tua vita e affidarla al Signore, chiediti se ci sono certi persistenti peccati nella tua vita come risultato del Suo castigarti. Ha forse Dio permesso che tu cadessi in certi peccati perche` tu non ti sei dedicato all’ubbidienza con tutto il cuore? Esaminiamo le nostre vite con i Suoi attenti occhi e Scritture, per vedere se c’e` qualche iniqua via in noi che abbiamo mancato di confessare e mortificare.


72 VI:40.

73 VI:41.

74 VI:42.

75 La precisa identificazione della "spina nella carne" di Paolo e` difficile da definire con certezza, dato che egli non ce lo dice. Di conseguenza, ci sono state numerose supposizioni, da una vista debole a una insufficiente eloquenza, e numerose altre. Owen sembra suggerire che ci possa essere stata una costante tentazione verso un certo peccato (p.e., superbia spirituale), una tentazione portata avanti da un demone mandato da Dio a tale scopo.

76 VI:43.

Related Topics: Hamartiology (Sin), Sanctification

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