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6. Mortificare il Peccato - Considerato Negativamente

Introduzione

Nel primo capitolo Owen ha stabilito le fondamenta dell’intero discorso riguardante la mortificazione del peccato nei credenti. Basandosi su Romani 8:13 egli ha notato cinque cose correlate: (1) la mortificazione e` un dovere; (2) e` solo per i credenti; (3) c’e` una promessa connessa a questo dovere: una promessa di vita; (4) lo Spirito e` la causa efficiente della mortificazione; (5) c’e` una condizionale a questo processo.

Nel secondo capitolo egli ha spiegato perche` e` neccessario, persino per il piu` maturo dei credenti, impegnarsi per tutta la vita nella mortificazione del peccato. Nel terzo capitolo ha ulteriormente indagato nel ruolo dello Spirito come il mezzo effettivo del processo di mortificazione e nel quarto capitolo egli ha discusso la promessa di vita associata al dovere della mortificazione. Questo e`, in una versione veramente breve, la sostanza di cio` che egli vuole dire. Dove si collocano quindi i capitoli dal quinto al quattordicesimo? Owen comincia il quinto capitolo con le seguenti parole:

Supponiamo che un uomo sia un vero credente e tuttavia trovi in se` un potente peccato insito che lo tiene prigioniero della sua legge, consumandogli il cuore di preoccupazione, rendendogli dubbiosi i pensieri, indebolendogli l’anima verso i doveri di comunione con Dio, togliendogli la pace e, magari, contaminandogli la coscienza ed esponendolo ad essere indurito a causa della ingannevolezza del peccato: cosa fara`? come dovra` agire e su cosa insistere per la mortificazione di quel peccato, desiderio, intemperanza o corruzione, a tal punto che, sebbene egli non sia completamente distrutto, tuttavia nel lottarlo sia incapace di mantenere potere, forza e pace in comunione con Dio?58

Torniamo alla nostra domanda. Dove si collocano i capitoli dal quinto al quattordicesimo nel suo discorso? Risposta: essi costituiscono, alla luce di cio` che Owen ha gia` detto nei capitoli dal primo al quarto, una dettagliata risposta alla domanda che egli pone qui. Ogni genuino credente desidera ardentemente la presenza di Dio, conoscerLo intimimante ed essere libero dalle catene del peccato. Molti di noi, oserei dire tutti quelli di noi che sono maturi, vivono esattamente al centro della domanda di Owen. Tutti noi vogliamo avere la “vittoria” sul peccato, sul mondo e sul demonio, per usare il gergo moderno (e anche biblico: 1 Giovanni 2:13-14), ma non siamo sicuri della “rotta” da seguire per arrivare la`. Owen ci ha detto che il percorso verso la santita` avviene attraverso la mortificazione. I capitoli dal quinto al quattordicesimo intendono “mostrarci la rotta”, praticamente parlando, in materia di vittoria sul peccato. Essi intendono mostrarci come applicare cio` che ci ha insegnato fino a qui, cioe` i suoi insegnamenti nei capitoli dal primo al quarto.

Nei capitoli dal quinto al quattordicesimo, Owen desidera insegnarci come la verita` di Romani 8:13 si applica alla nostra esperienza quotidiana; come possiamo “mantenere potere, forza e pace in comunione con Dio”. Nel quinto e sesto capitolo Owen parla di cosa significa mortificare ogni peccato, sia sotto l’apetto positivo che negativo. Nel settimo e ottavo capitolo egli da` alcuni principi generali per la mortificazione del peccato, e nei capitoli dal nono al tredicesimo egli si fa` veramente specifico nel trattare il peccato, elencando nove principi pratici (stabiliti e spiegati), basandosi sui principi generali che egli ha gia` spiegato. Il capitolo finale, il quattordicesimo, tratta piu` ampiamente della fede in Cristo e del lavoro dello Spirito in questa opera di mortificazione. Percio` ora sapete dove stiamo andando: torniamo quindi alla relazione fra il quinto capitolo e il sesto.

Il quinto capitolo si occupa di cio` che significa mortificare qualunque peccato, cioe` negativamente parlando. Nel sesto capitolo Owen trattera` cio` che significa mortificare il peccato, positivamente parlando. Questi sono due capitoli veramente importanti. Essi si basano sulla precedente discussione e hanno il potere di rendere il credente libero da ipotesi sbagliate circa questo processo: ipotesi che possono dimostrarsi scoraggianti e dannose se vi si aderisce. Torniamo ora a un riassunto del quinto capitolo e all’argomento di Owen riguardante cosa significa mettere a morte il peccato, visto da una prospettiva negativa.

Una Dettagliata Discussione sull’Argomento del Quinto Capitolo

Lo scopo di questo capito e` discutere della mortificazione del peccato vista da una angolazione negativa, cioe` cosa non e`.

    Mortificare Un Peccato Non E`...

      Ucciderlo totalmente

    Mortificare un peccato non e` ucciderlo totalmente, sradicarlo o distruggerlo. E` vero che questo e` cio` a cui miriamo, ma non viene compiuto in questa vita. Owen ricorda ai suoi lettori le parole di Paolo in Filippesi 3:12: “Non che io abbia gia` ottenuto tutto questo o che sia gia` stato reso perfetto, ma continuo...” Paolo, da santo eccellente, e` un esempio per tutti noi circa la teologia in cui credere e la vita che dobbiamo vivere. Pertanto in questa vita non c’e` perfezione come Cristo e` perfetto. Non c’e` uomo che intenda mettere a morte un peccato, che non intenda sradicarne totalmente sia il frutto che la radice, ma non si puo` mai raggiunge lo stato di assenza del peccato. Questo non significa che un tale uomo possa fallire completamente nella sua lotta contro il peccato. Veramente, grazie al potere dello Spirito e alla grazia di Cristo, egli puo` avere notevole successo e camminare costantemente vittorioso sul peccato. In effetti, gran parte della normale vita Cristiana e` fatta dell’avere costante vittoria sul peccato. Ma, ancora una volta, questo non e` come dire che si e` eradicato il peccato o la propria natura peccaminosa. E` Cristo stesso che trasformera` i nostri corpi peccaminosi (corpi di umiliazione) nel Suo corpo glorioso al Suo ritorno (Fil. 3:21).

      La Sua Dissimulazione

    Con dissimulazione Owen intende lo smettere o l’abbandonare un peccato per quanto concerne il suo aspetto esteriore, a tal punto che gli uomini considerano tale persona un uomo “cambiato”. Il problema con il semplice cambiamento esteriore e` che l’interno rimane corrotto e Dio puo` “vedere” l’interno:

Dio sa che a questa precedente iniquita` egli ha aggiunto la maledetta iposcrisia, ed e` ancor piu` sul sentiero verso l’inferno di quanto fosse prima. Egli ha ottenuto un cuore diverso da prima, che e` piu` astuto; non un cuore nuovo che e` piu` santo.59

    Sebbene Owen non ne faccia menzione, si possono a mala pena leggere queste sue parole senza che venga alla mente l’insegnamento di Gesu`. Ai Farisei che amavano atteggiarsi in modo da apparire profondamente religiosi e spirituali, Gesu` riservo` le Sue piu` amare denunce:

Matteo 23:25 “Guai a voi Scribi e Farisei ipocriti! Voi pulite l’esterno della tazza e del piatto, ma all’interno sono colmi di avidita` e intemperanza. 23:26 “Fariseo cieco! pulisci prima l’interno della tazza cosicche` anche l’esterno diventi pulito”.

    Pertanto, l’opera di mortificazione non comporta pulire soltanto l’esterno della tazza, per cosi` dire. Comporta un lavoro molto piu` profondo. Coinvolge l’intera persona e non meno dell’intera persona. Non c’e` niente in Gesu`, Paolo o Owen che sia solamente una chirurgia plastica..

      Per Ottenere una Calma e Quieta Natura

    La mortificazione del peccato non consiste nel progredire verso una quieta e calma natura. Owen dice che il solo fatto che una persona sia arrivata a un temperamento naturalmente quieto, non vuol dire, nemmeno per un attimo, che abbia mortificato il peccato. Ci sono uomini, egli dice, che lottano con peccati come rabbia, malizia ecc. per tutti i giorni della loro vita, i quali hanno fatto di piu` per mortificare la carne di un uomo quieto e calmo:

Alcuni uomini hanno il vantaggio, grazie alla loro naturale costituzione, di non essere esposti, come molti altri sono, a quel tipo di violenza che le passioni incontrollate e i sentimenti tumultuosi comportano... C’e` chi, magari per tutta la vita, non e` mai stato tribolato da rabbia e passione; ne` crea problemi agli altri, come invece accade a un altro quasi ogni giorno; eppure quest’ultimo ha fatto di piu` riguardo alla mortificazione, di quanto abbia fatto il primo. 60

      Dirottare il Peccato

    “Un peccato non e` mortificato quando e` solamente dirottato”. Owen dice che una persona potrebbe impegnarsi con determinazione contro il peccato; potrebbe aver cura di non fare nulla che potrebbe farlo balzare in vita, ma alla fine non fa che scambiare un peccato con un altro. Questo scambiare un peccato con un altro, o dirottamento del peccato, puo` accadere, dice Owen, in qualunque momento, ma e` piu` comune quando le persone cambiano relazioni, interessi e occupazioni. Anche l’invecchiare dirotta il peccato. Gli uomini anziani spesso non inseguono i desideri che avevano quando erano giovani, ma i loro cuori non sono meno colmi di desiderio, solo che ora e` dirottato verso altre cose. Questo perche` essi non hanno mai veramente mortificato il peccato ma hanno semplicemente cambiato gli oggetti dei loro sentimenti peccaminosi. Oppure, per dirlo come Owen:

Nonostante la professione che hai fatto, nonostante tu abbia rinunciato alle tue stregonerie, il desiderio in te e` potente come non mai; il desiderio e`lo stesso, ma le sue correnti sono dirottate... Chi cambia l’orgoglio con la mondanita`, la sensualita` con il Fariseismo, la propria vanita` con il disprezzo verso gli altri, non pensi di aver mortificato il peccato che egli sembra aver lasciato. Egli ha cambiato padrone, ma rimane tuttora un servo (italici miei).61

      Avere Occasionalmente Vittoria Su di Esso

    “L’occasionale conquista sul peccato non corrisponde al mortificarlo”. Ci sono due occasioni in cui un uomo o una donna possono pensare di aver mortificato un peccato e possono in effetti averne preso il controllo, ma questo non corrisponde alla mortificazione.

    Primo: ci sono momenti nelle nostre vite in cui il peccato erompe e noi pensiamo, diciamo o facciamo qualcosa, che ci fa sentire colpevoli, perdiamo la pace, causiamo gran danno a qualcun altro e ci aspettiamo pertanto che Dio ci castighi severamente. Noi possiamo veramente detestare il nostro peccato, rinunciarvi, e piangere chiedendo a Dio misericordia e aiuto. In tal modo il peccato si ritira per un momento, ma solo per cercare un altro momento opportuno. Pertanto, anche se il nostro pentimento era sincero, non abbiamo continuato il processo di mortificazione del peccato in questione.

Poiche`ora l’intero uomo, sia spirituale che naturale, e` risvegliato, il peccato si ritira nella sua testa; non appare, ma giace come morto davanti a lui: come quando uno si e` avvicinato ad un esercito di notte e ha ucciso la persona piu` importante... le guardie si svegliano all’istante, gli uomini diventano eccitati e una stretta indagine viene fatta circa il nemico, il quale frattanto, finche` il rumore e il tumulto cessano, si nasconde o giace come morto, ma con la ferma intenzione di ripetere lo stesso danno non appena si ripresenti la stessa opportunita`. 62

    C’e` una seconda situazione in cui il peccato non e` stato mortificato: proprio quanto la gente pensa che lo sia stato. Quando ci troviamo in una situazione di intensa sofferenza, o la morte appare imminente, decidiamo di abbandonare il peccato e fare pace con Dio. Molti arrivano persino a dire: “Dio, se mi permetti di uscirne, ti serviro` per sempre... senza condizioni”. Questo problema e` perfettamente descritto in Salmo 78:32-37:

78:32 Nonostante tutto cio`, continuarono a peccare; nonostante i suoi prodigi, essi non credettero. 78:33 Pertanto egli consumo` i loro giorni in nullita` e i loro anni in terrore. 78:34 Ogni volta che Dio li faceva perire, essi lo cercavano; tornavano ad essere desiderosi di ritrovare Dio. 78:35 Ricordavano che Dio era la loro rocca; che l’Altissimo era il loro Liberatore. 78:36 Essi pero` Lo adulavono con le loro bocche e Gli mentivano con le loro lingue; 78:37 i loro cuori non erano sinceri con Lui e non erano fedeli al Suo patto.

    Come Owen fa notare ancora, questa improvvisa spinta a rifiutare il peccato, non costituisce mortificazione perche` quando le cose tornano calme, abbiamo ancora modo di dimenticarci sia del nostro peccato che della grandezza della grazia di Dio nel preservare le nostre vite. Ci sono uomini che sostengono che...

…il peccato non trovera` mai piu` posto in loro; essi non si metteranno mai piu` al suo servizio. Di conseguenza, il peccato sta quieto, non si agita, sembra essere mortificato; non che abbia veramente ricevuto ferita alcuna, ma semplicemente perche` l’anima ha preso possesso delle proprie facolta`, pertanto potrebbe affermare se stessa con pensieri in contraddizione con la sua spinta [cioe` pensieri che oppongono il peccato]; se invece essi [cioe` i pensieri contro il peccato] vengono lasciati da parte, ecco che il peccato torna alla propria precedente vita a vigore. 63

    Mortificare il Peccato E`...

    La mortificazione di qualunque peccato consiste nelle seguenti tre cose di cui faremo solo menzione qui e descriveremo in dettaglio nel sesto capitolo: (1) indebolirlo; (2) combatterlo e (3) avere successo contro di esso.

Un Riassunto del Quinto Capitolo

Riassumiamo in breve questo importante capitolo. Questo capitolo e` veramente importante perche` ci dice cosa la mortificazione non e`, pertanto non ci dovrebbe essere confusione nelle nostre menti. La mortificazione non equivale a uccidere totalmente il peccato una volta per tutte. Il peccato persiste in noi fino alla glorificazione. Questo punto e` stato fermamente stabilito nel secondo capitolo. La mortificazione non e` semplicemente una questione di cambiamento esteriore, dove una persona getta via qualche peccaminosa abitudine o comportamento. Questa persona puo` apparire cambiata, ed effettivamente in un certo senso lo e`, ma questo non significa che abbia effettivamente mortificato il peccato; non significa necessariamente che lo abbia messo a morte assieme ai suoi desideri. Inoltre, la mortificazione non e` il progresso verso una natura quieta e calma. Ci sono persone che devono lottare molto contro la rabbia, le quali hanno fatto, per cosi` dire, molti piu` passi avanti nella mortificazione di quel peccato, di uomini che sembrano averla completata in quella (o qualunque altra) area. E la mortificazione non e` neppure il dirottamento o lo scambio di una peccaminosa abitudine con un’altra. In questo caso, il vecchio desiderio non era mai stato mortificato, prova ne e`che tale desiderio ha ora trovato un altro oggetto. E, infine, la mortificazione non e` la stessa cosa che avere occasionalmente vittoria sul peccato. Noi possiamo rinunciare a un certo peccato come risultato di essere stati portati alla disperazione a causa della sua intempestiva esplosione, ma questa non e` mortificazione. Anche il semplice rinunciare al peccato perche` siamo in una qualche pericolosa situazione che richiede l’immediata attenzione di Dio, non e` come mortificare il peccato. Mortificazione e` molto piu` di questo. Procediamo ora verso il sesto capitolo per scoprire di piu` circa la mortificazione del peccato, ma ora da una prospettiva positiva.


58 VI:24.

59 VI:25.

60 VI:25.

61 VI:26.

62 VI:26.

63 VI:27.

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