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8. Regola Generale N. 1: Un Uomo Deve essere un Credente

Introduzione

Il settimo capitolo riprende esattamente da dove il quinto e il sesto avevano lasciato. Nel nostro riassunto del quinto capitolo abbiamo visto in generale la parte restante del libro di Owen. Primo: abbiamo detto che il quinto e il sesto capitolo trattavano la dimostrazione di cio` che significa mortificare un peccato, considerato sia positivamente che negativamente. Era intenzione di Owen disperdere gli consueti miti riguardo alla mortificazione e presentare un chiaro quadro di cio` che mortificazione significa esattamente. Ancora oggi esiste su queste questioni quasi la stessa confusione che esisteva quattrocento anni fa, quando Owen scrisse. Secondo: il settimo e l’ottavo capitolo mirano a dare direzioni generali circa il processo di mortificazione. Terzo: i capitoli dal nono al quattordicesimo si diffondono in particolari su come una persona puo` mortificare un peccato che le e` di impedimento nel suo cammino con Cristo. Quindi, dato che in questa lezione stiamo trattando il settimo capitolo, considereremo direttive generali concernenti “i modi e i mezzi con cui un’anima procede alla mortificzione di un certo desiderio o peccato che Satana sfrutta per privarlo della pace e indebolirlo”. 68

Una Dettagliata Discussione dell’Argomento del Settimo Capitolo

L’argomento del settimo capitolo e` veramente molto semplice e diretto. Il fondamento basilare per la mortificazione e` che un uomo o una donna siano credenti, altrimenti la propria casa e` costruita sulle sabbie mobili. In accordo con questo fondamento, di cui Owen ha gia` parlato molte volte, e` la fede lo strumento con cui il peccato viene mortificato. Con questi fondamenti gemelli, Owen stabilisce il suo primo principio generale riguardo alla necessita` di avere un vitale interesse per Cristo, se si vuole che la mortificazione possa essere mai una realta`.

    Per Mortificare un Peccato un Uomo Deve Essere un Credente

    Abbiamo gia` visto in Romani 8:13 e Colossesi 3:5 che la mortificazione e` il lavoro dei credenti. Gli uomini possono tentare di praticarla e persino alcuni filosofi come Seneca, Tullio e Epiteto hanno scritto discorsi appassionati sul rinunciare al mondo con le sue passioni, ma essi sono stati incapaci di mortificare anche un singolo peccato in senso biblico. Lo stoicismo puo` difficilmente andare d’accordo con la dottrina biblica del come trattare col peccato. La stessa cosa vale per i papisti i quali, mediante i loro “voti, penitenze e soddisfacimenti”, tentano la mortificazione in modi non ordinati da Dio. Come ha detto Paolo, essi ignorano i metodi stabiliti da Dio per la rettitudine, tentando di stabilire i propri mediante le opere personali. (Rom 9:31-32).

    Mortificare il peccato e` dovere di tutti gli uomini che ascoltano il vangelo, ma non e` loro immediato dovere. Prima essi devono venire a Cristo mediante la fede e ricevere lo Spirito di Dio. Poi, con lo Spirito insito, senza il quale un uomo non e` un Cristiano ne` conosce alcunche` di reale riguardo a Cristo, essi non sono piu` “nella carne e sono morti al peccato”, pero` sono vivi e “stimolati al retto vivere.” Per un non-credente, lavorare per mortificare un peccato e`, come dice Owen, operare nel fuoco, con tutti i propri lavori consumati mentre costruice. E` un processo futile.

    Quando Pietro predico` il suo sermone di Pentecoste in Atti 2, egli non chiamo` gli Israeliti alla mortificazione del peccato di per se`, ma li chiamo` piuttosto a pentirsi, convertirsi e avere fede in Cristo. Owen dice:

Io dico allora che la mortificazione non e` l’attuale lavoro per uomini non-rigenerati. Dio non li chiama ancora a questo; la conversione e` il loro lavoro: la conversione dell’anima, non la mortificazione di questo o quel particolare desiderio. Voi ridereste di un uomo se lo vedeste costruire un grande fabbricato [palazzo] senza tener conto delle fondamenta; particolarmente se lo vedeste cosi` stupido da continuare a operare nello stesso modo, pur avendo sperimentato migliaia di volte che cio` che un giorno costrui` crollo` in un altro.69

    Un uomo che non e` rigenerato, cioe` che non crede in Cristo e pertanto non possiede lo Spirito, lavora invano per mortificare il peccato. Sebbene faccia uso di una grande quantita` di medicinali, egli non verra` mai guarito. Egli sta rispondendo in modo sbagliato al problema del peccato nella sua vita. Quando Dio causa alla sua coscienza di venire distrutta a causa del peccato, e al suo cuore di essere scoraggiato, egli dovrebe venire a Dio attraverso Cristo, non mettersi al lavoro per cercare di alleviare la propria coscienza mediante sforzi personali, ma senza Dio. Religioni che insegnano questo, portano gli uomini all’inferno, non a Dio.

    Owen lamenta il fatto che molti sono portati a credere che questo e` cio` che Dio vuole da loro, quando niente potrebbe essere piu` lontano dalla verita`. Se un uomo avesse cio` che gli appare essere in qualche misura un successo nell’eliminare la pratica di qualche allarmante peccato, egli finirebbe con l’illudere la propria anima e si troverebbe, nel momento del bisogno, piu` lontano da Dio di quanto sarebbe stato altrimenti. Egli “mortifica” il peccato per amore verso di se`, non per amore verso Dio. Alla fine arriva a credere che la propria condizione davanti a Dio non e` poi cosi` brutta e diventa severo grazie al suo stesso credersi virtuoso. Ne consegue che e` molto difficile far staccare tale persona dal suo credersi virtuosa.

    Ma quando una persona, durante il corso di una lunga vita, sembra non avere mai successo nel reprimere veramente un peccato, magari puo`, dopo tanto lottare, decidere di gettare la spugna e concedersi di peccare. Dopotutto, a cosa serve tentare cosi` strenuamente? Eliminare certi peccati mediante le sole forze personali, sarebbe come cercare di rimuovere un chiodo dal legno con le sole mani. Alla fine, in molti casi, il peccato li distrugge.

    La Mortificazione E` Il Peculiare Lavoro della Fede—Una Viva Fede in Cristo

    Gli uomini che vivono senza Cristo, sono spiritualmente morti secondo l’apostolo Paolo (Efesini 2:1). Essi non hanno, ora come ora, quella facolta` o strumento, come Owen vi si riferisce, di produrre effetto alcuno sul processo di mortificazione: essi non hanno una genuina fede viva in Cristo. E` follia cercare di fare un lavoro senza i necessari attrezzi o strumenti. Questo vale anche per una persona che cerchi di praticare la mortificazione senza l’amore per Cristo ispirato dallo Spirito, e una viva fede in Lui. E` la fede, secondo Pietro, che purifica il cuore (Atti 15:9).

    La Prima Regola Generale di Owen per la Mortificazione

    Dopo aver messo in chiaro che la mortificazione e` una pratica che riguarda i credenti e non i non-credenti, cioe` coloro che posseggono lo Spirito e non coloro che sono tuttora morti nei loro peccati, Owen stabilisce la prima regola generale per i credenti che vogliono mortificare il peccato. E` espressa come segue: Assicurati di avere interesse in Cristo; se intendi mortificare il peccato senza di questo, non succedera` mai. Ora, ci puo` essere qualcuno che fa obiezione all’idea che i non-credenti non debbano mortificare il peccato.

    Un’Obiezione alla Dottrina di Owen

    Owen ha sostenuto che la mortificazione non e` lavoro per un uomo non-rigenerato. Coloro che pensano di essere credenti perche` vanno in chiesa, hanno bisono di comprendere che questo non fa di loro dei Cristiani. Essi possono amare la religione Cristiana e tuttavia essere estranei a Cristo e percio` non possedere la vita del Suo Spirito (Rom 8:9). Una persona deve avere fede in Cristo; deve avere lo Spirito; deve essere rigenerata.

    Bene dunque, cosa deve fare il non-credente? Poiche` la mortificazione non e` decisamente affar suo, secondo Owen, cosa dovrebbe fare? Dovrebbe soltanto peccare allegramente? Owen anticipa questa obiezione:

Voi direte: “Cosa vorreste allora che facessero gli uomini non rigenerati che sono convinti dell’empieta` del peccato? Dovranno smettere di lottare contro il peccato, vivere dissolutamente, dare libero corso ai loro desideri e essere tanto empi quanto il peggiore degli uomini? Questa sarebbe la via per creare confusione per il mondo intero; per portare tutte le cose nell’oscurita`; per aprire le paratie del desiderio e mollare le redini sul collo degli uomini, facendo si` che si precipitino in ogni genere di peccato con diletto e avidita`, come per il cavallo in battaglia.70

    Owen fornisce quattro risposte a questa domanda. Primo: egli dice che si deve considerare come buona saggezza, misericordia e amore di Dio, il fatto che Egli possa scegliere di usare qualsiasi mezzo per impedire agli uomini di agire secondo ogni loro desiderio. Questo include la loro stessa illusione di sapere come evitare di peccare. Secondo: Dio si compiace spesso di impedire agli uomini di peccare mediante la Sua parola predicata, cosi` che essi possano venire a Cristo in fede: coloro che non lo fanno, vengono cosi` comunque spesso trattenuti dal commettere abominevoli peccati. La Parola ha un potente effetto sulle persone. Terzo: sebbene gli uomini siano trattenuti dal peccare mediante il lavoro dello Spirito e l’insegnamento della Parola, questo comunque non significa che essi siano in qualche modo salvi o spirituali; essi continuano a essere morti nei loro peccati e sotto il potere dell’oscurita`. Quarto: fate sapere alle persone che la mortificazione e` veramente il loro dovere, ma va praticata nel modo appropriato. Prima di tutto essi devono essere convertiti, e quindi affidarsi allo Spirito insito (mediante genuina fede) per portare avanti il processo di mortificazione.

    Commenti di Owen agli Aspiranti Predicatori

    A questo punto Owen porta la sua discussione a toccare i predicatori o coloro che cercano questo “impiego”. Egli dice che essi devono avere cura, nel proprio dovere di parlare agli uomini dei loro peccati, di farlo con l’intento di aiutarli soprattutto a vedere la loro reale condizione personale. Diversamente, il denunciare il peccato senza guidare gli uomini a Cristo, puo` sicuramente renderli piu` sobri, ma puo` costituire un puro cambiamento formale o esterno, senza nessun genuino cambiamento interiore: essi possono cioe` rimanere non-convertiti. In questo caso, non li avete portati a Cristo per essere purificati, ma li avete lasciati ai loro stessi ipocriti espedienti e alla loro personale forza in materia di trattare col loro peccato:

Inveire contro particolari peccati di ignoranti persone non-rigenerate, delle quali il mondo e` pieno, e` un buon lavoro, ma se, anche facendolo con grande efficacia, vigore e successo, sortira` solamente l’effetto di portare le persone a cercare di mortificare da se`, con ancor maggiore diligenza, i peccati loro proclamati, sara` stato solo come battere un nemico in campo aperto e guidarlo poi dentro un inespugnabile castello, impossibile conquistare. Vi avvantaggiate talvolta su un peccatore a ragione di un certo peccato? Avete qualcosa con cui far presa su di lui? portategliela al suo stato e condizione, dirigetegliela su fino alla testa, e li` trattate con lui. Far breccia negli uomini riguardo a certi peccati e non far breccia nei loro cuori, e` privarci del vantaggio di trattare con loro. 71

Un Sommario del Settimo Capitolo

Per riassumere, Owen ha detto che la vera mortificazione e` solo per coloro che sono veri credenti in Cristo. Tale credente possiede lo Spirito ed e` rigenerato: ha dentro di se`la vita di Dio. Egli deve quindi esercitare la fede nel processo di mettere a morte il peccato. Pertanto, la prima regola generale di Owen per la mortificazione del peccato e` che il/la credente si assicuri di sviluppare un interesse per Cristo, senza il quale non ci sara` alcuna mortificazione del peccato. [Possiamo qui aggiungere, e Owen sviluppera` piu` avanti questa idea, che certe discipline, come la lettura delle Scritture e specialmente la meditazione, assieme alla preghiera e la gioiosa compagnia con altri credenti, sono strumenti chiave che il Signore usa per stimolare la nostra comprensione di Lui e la nostra sete di conoscerLo e amarLo di piu`. Naturalmente, il nostro modo di rispondere alle prove e` di grande importanza nella nostra giornaliera comunione con il Signore, cosi` come l’abitudine di compiere con gratitudine opere buone e condividere con gentilezza il Vangelo con i nostri amici].

Ma le persone non-rigenerate, per quanto serie e religiose, non possono mortificare il peccato ed e` pericoloso insegnare loro a farlo, perche` lo faranno inevitabilmente per amore di se stessi e non perche` amano Dio. In realta`, essi non stanno comunque veramente mortificando il peccato ed e` una grande illusione far loro pensare che lo stanno facendo. Alla fine l’orgoglio sara` la loro rovina poiche` diverrano radicati nel loro considerarsi virtuosi. Questo non significa che il non-credente e` libero davanti a Dio di fare come gli pare e piace e peccare secondo i propri desideri. Dio si compiace di usare numerosi metodi nel frenare tale tipo di male e la totale confusione che ne risulterebbe. I predicatori devono comunque trattare con gli uomini portandoli a Cristo alla luce dei loro personali peccati, non semplicemente inveendo contro il peccato stesso.


68 VI:33.

69 VI:35.

70 VI: 38.

71 VI: 39. Questo consiglio di Owen ai predicatori e` una forte medicina. Spiegare alla gente la natura del peccato e parlare loro dei loro specifici peccati era certamente il lavoro dei profeti, di Gesu` e degli apstoli, cosi` come e` lavoro nostro. Ma dobbiamo portare avanti questo ministero con profonda umilta`, come Isaia stesso arrivo` a comprendere (Isa 6:1-8). Soprattutto, deve essere fatto con amore e rispetto per l'attuale condizione altrui (Col. 4:5-6). Non violate il frutto dello Spirito per dare il Suo messaggio. Piuttosto fate si` che, compiendo opere buone, la vostra luce splenda davanti agli uomini, e da questo contesto portate parole di verita` nelle loro vite. Voi non siete la quintessenza; siete un peccatore come loro; un peccatore assetato che, per grazia di Dio, sa dov'e` l'acqua!

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